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mercoledì 24 maggio 2017

Sessione estiva esami al Jin Roh no Dojo Maggio 2017

Imola Giovedì 18 Maggio 2017
Congratulazioni a Lorenzo, Mirco, Luca, Simone, Alessandro, Luca e Giovanni per aver sostenuto e passato con esito positivo l'esame di passaggio di Kyu!
Foto di gruppo con Sensei Daniele Mazzoni e i ragazzi del Jin Roh no Dojo
Si conclude così l'anno accademico di Nihon Tai Jitsu del Jin Roh no Dojo.
Il modo migliore di salutarsi prima dell’ estate, è manifestare al Sensei Daniele Mazzoni e ai famigliari presenti i vostri progressi e risultati che avete ottenuto quest'anno.

Un doveroso e sentito Grazie a Daniele Mazzoni nostro maestro e responsabile Italia del Nihon Tai Jitsu, a Stefano Cavallari,  a Roaul Petretti, per la disponibilità, per esser stati d’aiuto e presenti in questo importante evento che ha coinvolto i ragazzi del Dojo.

Congratulazioni a:
Albertazzi Lorenzo 4° Kyu – cintura arancione

Fabbri Mirco 5° Kyu – cintura gialla
Fanigliulo Luca 5° Kyu – cintura gialla
Loreti Simone 5° Kyu – cintura gialla
Martignani Alessandro 5° Kyu – cintura gialla
Mastroiacovo Luca 5° Kyu – cintura gialla
Montanari Giovanni 5° Kyu – cintura gialla






Ulteriori foto dell'evento sono sulla pagina facebook:
Nihon Tai Jitsu Imola Jin Roh no Dojo.

lunedì 1 maggio 2017

Per la Rubrica Chadō: Sukiya ovvero la dimora del vuoto

In Giappone, alla preparazione e alla degustazione del Cha (tè) è destinata una costruzione a sé stante rispetto alla casa tradizionale giapponese: la Sukiya ovvero la Stanza del té.


Il Machiai il portico che precede la Sukiya, la stanza del Té.
Questo termine ha alcuni significati: dimora della fantasia, o dimora del vuoto, perché priva di ornamenti.

Fu il maestro del tè Sen-no-Soeki, generalmente noto col nome di Rikyu, a codificare la cerimonia del tè giapponese nota come Chanoyu e riportando lo spirito del tè ad un’essenzialità e una semplicità che si era persa nonostante la filosofia zen imperante nel Giappone del XVI secolo.
A lui, dunque, si deve il canone del Chadō, la via del tè, che viene praticata tuttora in Giappone.

Il Roji
La Sukiya da semplice porzione di soggiorno separata da un paravento che era, con Rikyu diventa a una costruzione a se stante. 
Per accedervi bisogna percorrere il Roji, un sentiero nel giardino, passare per il Machiai, un portico, sotto il sotto il quale gli invitati attendono prima di poter entrare e il Mizuya un anticamera in cui gli utensili sono lavati e preparati prima dell’uso.
Il Mizuya

La Sukiya è piccola, può accogliere cinque persone al massimo, deve dare l’impressione di una raffinata povertà. Sembra spoglia ed essenziale, e lo è, ma è frutto di una profonda elaborazione artistica perché i dettagli sono scelti con la stessa cura con cui si sceglierebbero per il palazzo imperiale.
I falegnami cui si rivolgono i maestri del té non sono falegnami comuni, ma artigiani specializzati.

La semplicità e la purezza della stanza del té vanno ricercati nel tentativo di emulare il monastero zen. Infatti i fondamenti della cerimonia del té risalgono al rituale dei monaci zen che bevevano a turno il té dalla stessa ciotola davanti all’immagine di Bodhidharma; dal monastero zen deriva, nella stanza del té, il Tokonoma, una sorta di altare su cui si dispongono opere d’arte o fiori per il diletto degli ospiti.


Il Tokonoma
La tradizionale Sukiya giapponese rappresentata in un disegno.