Shamisen
Lo Shamisen è uno strumento musicale giapponese a tre corde, della famiglia dei liuti, utilizzato per l'accompagnamento durante le rappresentazioni del teatro Kabuki e Bunraku.
Musicisti in un teatro Kabuki |
Il progenitore dello Shamisen era il Sangen e proveniva dall'asia centrale. Esso presentava una cassa rotondeggiante ricoperta di pelle di serpente ed aveva tre corde che venivano pizzicate dalle dita e veniva utilizzato nella musica per il teatro e come accompagnamento di ballate popolari.
Jabisen
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Il sangen venne introdotto in Giappone dalla Cina probabilmente nel periodo Muromachi (1336-1573 d.C.). Sebbene non vi siano notizie definitive si ritiene che lo Sangen arrivò prima presso le Isole Ryukyu (nella attuale prefettura di Okinawa) nella fine del XIV secolo d.C. ed acquistò una certa popolarità allorché venne impiegato come accompagnamento dei brani vocali locali, popolari e di corte. Presso quest'area, lo strumento mantenne intatte le sue caratteristiche originarie ma venne chiamato Sanshin.
Successivamente si ritiene che esso arrivò presso il porto Sakai di Osaka tra il 1558 ed il 1569.
Da lì lo strumento si diffuse nel resto del Giappone ove venne denominato Jabisen che significa "strumento a corde in pelle di serpente".
Si pensa che i primi ad impiegare lo Sangen furono i Biwa hoshi, ovvero musicisti ciechi che cantavano brani vocali accompagnati dal Biwa, e che furono essi ad introdurre le successive modifiche allo strumento ed anche la consuetudine di suonarlo per mezzo di un plettro (Bachi).
Le altre modifiche che vennero apportate allo strumento consistettero
nell'aumento della grandezza della cassa di risonanza e nel cambiamento della forma di quest'ultima, che divenne quadrata, e nell'uso di pelle di gatto o di sane. Anche la forma del manico venne modificata.
Biwa Hoshi |
nell'aumento della grandezza della cassa di risonanza e nel cambiamento della forma di quest'ultima, che divenne quadrata, e nell'uso di pelle di gatto o di sane. Anche la forma del manico venne modificata.
Esempi di Bachi |
La diffusione dello Shamisen in Giappone fu tale da farlo diventare uno degli strumenti più rappresentativi ed Jiuta, il Jōruri (genere musicale usato per il teatro di marionette) ed il Nagauta.
Importanti di tutta la musica tradizionale giapponese e venne utilizzato in molti generi musicali tra cui si ricordano: lo
Col tempo allo strumento vennero affiancate differenti modifiche a seconda del genere musicale per cui esso veniva impiegato.
Particolare del manico |
Fu così che si sviluppò:
il futozao (cioè, a manico grosso) che viene usato nel gidayabushi e nel sekkyobushi,
il chuzao (a manico medio), usato nello jiuta, nel tokiwazubushi, nel tomimotobushi, nel kiyomotobushi e nel shinnaibushi,
lo hosozao (a manico sottile), usato nel nagauta, nel sokyoyu, nell'hauta, nel kouta e nel katobushi.
Successivamente si aggiunsero altre modifiche nel gruppo degli hosozao e dei chuzao.
Sebbene di per se lo Shamisen sia un cordofono, in alcuni generi (come il nagauta) il Bachi viene sbattuto su un rinforzo semicircolare della cassa armonica (chiamato bachigawa).
Nel gidayubushi viene, invece, colpita la pelle della cassa funzionando, così, anche da strumento a percussione.
Suonatore e particolare sul l'uso del Bachi |
Lo Shamisen è uno strumento ad intonazione relativa, ovvero l'altezza delle note cambia a seconda delle preferenze ed esistono anche differenti modi di accordarlo. I tipi di accordatura più utilizzati sono:
honchoshi in cui tra le prime due corde vi è un intervallo di quarta giusta e tra la seconda e la terza corda un intervallo di quinta giusta,
niagari in cui vi è un quinta giusta tra le prime due corde ed una quarta tra la seconda e la terza,
sansagari in cui vi è una quarta giusta tra tutte e tre le corde.
Nel gidayubushi viene, invece, colpita la pelle della cassa funzionando, così, anche da strumento a percussione.
Biwa è il termine con cui si indicano i liuti piriformi giapponesi a manico corto. Il manico, dotato di tasti, ed il corpo a forma di pera sono ricavati da un unico pezzo di legno; le corde di seta si accordano tramite dei piroli montati su una paletta quasi ortogonale al manico.
Elemento caratteristico è il sawari, suono prodotto volutamente dal contatto delle corde con alcune zone dello strumento.
Importati dalla Cina almeno dall'VIII secolo, i biwa sono diventati parte integrante della tradizione locale: tipico fu il loro uso da parte di monaci itineranti ciechi (biwa hōshi) per recitare brani e poemi epici. La più famosa di queste storie è Il racconto di Heike (Heike monogatari), una storia del XII secolo che narra del trionfo del clan Minamoto sui Taira. Il canto dello Heike monogatari è noto come heikyoku. I biwa hōshi cominciano ad associarsi fra loro creando una corporazione detta tōdō nei primi anni del XIII secolo. Questa associazione ebbe il controllo di gran parte della musica nell'intero Giappone.
Oltre questi, numerosi piccoli gruppi di musicisti itineranti ciechi si erano costituiti specialmente nell'isola di Kyūshū. Questi musicisti, conosciuti come mōsō (monaci ciechi), cantano una varietà di musiche religiose e semi-religiose, finalizzate alla purificazione della casa e augurando buona salute e fortuna ai suoi abitanti. Essi inoltre avevano un repertorio di tipo profano.
Alla famiglia dei biwa appartengono cinque principali sottotipologie: gakubiwa, impiegato nel gagaku (genere musicale), mōsō biwa, utilizzato da musicisti itineranti per accompagnare i sūtra buddhisti, heike biwa, impiegato per accompagnare lo specifico repertorio di canti epici, satsuma biwa e chikuzen biwa, entrambi per tradizioni narrative create nel periodo moderno e derivate da quella del mōsō biwa.
Taiko e Tsuzumi
Taiko è il termine generico giapponese per indicare i tamburi mentre i Tsuzumi sono quelli a forma di clessidra.
Di Taiko ne esistono varie tipologie, e sono usate per suonare una varietà di generi, in Occidente, grazie a gruppi Kumidaiko, è famosa quella del grande tamburo a forma di barile, bipelli e percossi con una coppia di bacchette. Le origini dei tamburi in Giappone sono incerte, ma possono essere verosimilmente indicate fra il VI e il VII secolo per merito del ritrovamento di una statuetta di argilla dell'epoca che riproduce per l’appunto un tamburo. Il Taiko, in quel periodo, veniva usato durante le battaglie per intimidire i nemici e per inviare comandi, ma anche nelle feste comunitarie dette Matsuri. In passato i suonatori di Taiko erano dei religiosi, che suonavano in tali occasioni speciali ed in piccoli gruppi, ma al giorno d'oggi uomini laici, raramente donne, suonano il taiko in feste religiose come la danza bon. I Taiko continua ad essere usato anche ai giorni nostri nella musica religiosa del Buddismo e dello Shintismo.
La valle di Suwa, distante 150 chilometri dalla città di Tokyo, è nota per il paesaggio maestoso e per avere diversi miti, che hanno come protagonisti divinità naturali; questa località è famosa anche per l'uso dei tamburi. Qui viene usato un taiko per rendere omaggio alle divinità nei sacrari Shintoisti.
Dalla pratica strumentale dei matsuri deriva, nei tardi anni '50, un genere neotradizionale imperniato su gruppi di tamburi, definiti Kumidaiko divenuti particolarmente popolari negli anni recenti come elemento centrale di complessi che eseguono versioni arrangiate di musiche popolari.
I gruppi moderni di taiko (kumidaiko) si dice siano stati inventati da Daihachi Oguchi nel 1951. Lo stile molto potente di questo strumento rese il gruppo molto famoso in tutto il Giappone e rese la regione di Hokuriku il centro della nuova musica per taiko. Musicisti divenuti famosi con questo genere sono Sukeroku Daiko Seido Kobayashi. Nel 1969 fece la sua comparsa il gruppo Za Ondekoza, fondato da Tagayasu Den. Za Ondekoza riunì un gruppo di giovani musicisti che intendeva riprendere la tradizione del taiko e intraprendere un nuovo stile di vita. Nel corso degli anni settanta il governo giapponese stanziò dei fondi per conservare la cultura tradizionale; come conseguenza vennero fondati molti gruppi di kumidaiko.
Verso la fine del XX secolo tali gruppi si sono diffusi nel mondo, in particolare negli Stati Uniti.
Curiosità ora esiste anche un video game dal titolo Taiko Drum Master basato sulla taiko.
Sul Canale Youtube Nihon Tai Jitsu - Ju Jitsu Imola potete trovare un videoclip di un esibizione eseguito dagli Kodo Taiko Performing Arts Ensemblee.
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