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domenica 13 marzo 2016

Il programma e il metodo di studio del Nihon Tai Jitsu

Il programma

Il programma di studio del Nihon Tai jitsu-ju jitsu è ampio, articolato e suddiviso in “blocchi” di differente difficoltà d’apprendimento e d’esecuzione per il praticante; comprende diverse tipologie di tecniche, Ukemi waza (le cadute), Kata (schemi) e Randori (combattimento libero).

La metodologia d’apprendimento, l’applicazione delle tecniche sono tipicamente moderne con una chiave di lettura occidentale, ma le basi ed i concetti affondano nella piena tradizione marziale Giapponese.

Nel Nihon Tai jitsu-ju jitsu si hanno diverse tipologie di tecniche:
Kihon waza (tecniche di base o fondamentali)
Atemi waza (tecniche di percussione)
Kansetsu waza (tecniche di leva agli arti)
Shime waza (tecniche di strangolamento)
Katame waza (tecniche di controllo)
Nage waza (tecniche di proiezione)
Sutemi waza (tecniche di sacrificio al suolo)
Ukemi waza (tecniche di caduta)

Inoltre si studiano:
Kata (schemi o forme)
Randori (combattimento libero)
I gruppi comprendono tecniche applicabili in combattimento a mano libera a non.

Kihon waza (tecniche di base)
La prima cosa che si studiano nel Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu sono i Tai sabaki (movimenti o spostamenti del corpo).

“In base alla posizione del mio corpo,
posso spostarmi in una certa maniera
ed in un certo modo”.

Sapere questo, permette al praticante come gestire il proprio corpo nello spazio e cosa fare al momento giusto. Abbinato allo studio dei Tai sabaki, vi sono i Te e i Tai Hodoki (metodi per liberarsi dalle prese) e l’apprendimento delle parate e delle percussioni.

Atemi waza (tecniche di percussione)

Un gruppo di tecniche importanti svolte a indebolire e l’avversario è chiamato Atemi waza (tecniche di percussione) si divide principalmente in due categorie: attacchi con gli arti superiori ude ate e attacchi con gli arti inferiori ashi ate.

Lo scopo di queste tecniche può essere vario: indebolire fisicamente il corpo dell’avversario, o portarlo in una posizione di squilibrio in modo da proiettarlo al suolo o addirittura controllarlo tramite una leva articolare o uno soffocamento.

Durante un azione d’attacco, le percussioni, vengono utilizzate anche per “aprire” la guardia dell’avversario mentre in fase difensiva l’atemi, chiamato anche colpo di preparazione, viene utilizzato per annullare l’azione d’attacco dell’antagonista: se non si indebolisce o se non si ferma l’azione dell’avversario le successive reazioni saranno più difficile, se non impossibili, da realizzare.



Katame waza (tecniche di controllo)

Un ulteriore gruppo di tecniche, viene definito Katame waza (tecniche di controllo), vengono applicate solo dopo aver indebolito tramite una percussione o una proiezione l’avversario e sono eseguite sia da in piedi che al suolo.

I katame waza a loro volta sono suddivise in:
Tecniche di immobilizzazione: Osae komi waza (applicabili dopo aver atterrato l'avversario).
Tecniche di lussazione degli arti: kansetsu waza.
Tecniche di soffocamento e di strangolamento: shime waza.
Per quanto riguarda i kansetsu waza, queste tecniche vengono applicate alle braccia e alle gambe dell’avversario, ma anche alle dita, ai polsi, ai gomiti, alle spalle, alle ginocchia e alle caviglie.

Nage waza (tecniche di proiezione)
Un altro gruppo importante di studio del Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu è chiamato Nage waza (tecniche di proiezione), lo scopo di queste tecniche è proiettare ovvero fare cadere al suolo l'avversario. L'apprendimento è strutturato secondo un sistema che ordina 40 tecniche di differente difficoltà di esecuzione e di diversa violenza della caduta. L'arte di proiettare l'avversario al suolo dalla posizione eretta è definita Tachi waza e si suddivide in tre categorie:
Tecniche di braccia: Te waza
Tecniche di anca: Koshi waza
Tecniche di gambe: Ashi waza

Sutemi waza (tecniche di sacrificio)
Sono considerata tecniche di proiezione, ma in queste tecniche il praticante accetta di perdere il suo equilibrio, gettandosi egli stesso a terra invece di mantenersi in piedi, per fare cadere il suo avversario. Questa serie di tecniche sono proprie del Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu, o meglio, è una delle poche scuole moderne di ju jitsu nella quale si da importanza allo studio di queste proiezioni.

In un combattimento reale per strada non conviene mai cadere insieme al proprio avversario perché può capitare che il nostro antagonista non sia solo, ma se si pensa alla tradizione Giapponese e alle guerre interne di quel paese, combattute per lungo tempo con armi da taglio e armature, si capisce che sono tecniche micidiali per eliminare il proprio nemico. Come per le tecniche di proiezioni eseguite da in piedi, i sutemi waza vengono studiate in dojo con tutte le opportune cautele e la giusta metodologia d’apprendimento, ma hanno in loro tutte le caratteristiche per esser efficaci su di un avversario.
I sutemi waza a loro volta sono suddivise in:
sacrificio sul dorso della schiena: Ma sutemi waza
sacrificio sul fianco della schiena: Yoko sutemi waza

Ukemi waza (le cadute)
È molto importante per un artista marziale saper cadere senza farsi male; queste sono le prime nozioni che vengono insegnate. Esistono quattro diversi tipi di cadute:
Mae ukemi - caduta in avanti frontale
Mae kaiten ukemi - caduta in avanti con rotolamento suddivisa in Migi (destra) e Hidari (sinistra).
Ushiro ukemi - caduta indietro
Yoko ukemi - caduta laterale anch'essa divisa in Migi e Hidari.

Il Nihon Tai jitsu-ju jitsu interpreta la caduta come una vera e propria tecnica per consentire al corpo di scaricare l'energia cinetica accumulata durante la proiezione. Se male eseguita, possono verificarsi infortuni quali lussazione della spalla, urti del capo a terra, danni ai piedi ecc.

La caduta al suolo non è mai considerata una sconfitta come nelle gare di judo o punto di partenza nelle competizioni del brasilian ju jitsu è un modo, una tecnica per non soccombere all’azione dell’avversario. Ci sono molte tecniche sia di percussione, che di controllo che si effettuano al suolo proprio perché il Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu è una lotta e non uno sport agonistico.

I Kata:
Nel Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu non sono solo presenti tecniche di percussione, di proiezioni, di immobilizzazioni, di leve e di soffocamenti ma come in numerose altre arti marziali, comprende un insieme di kata.
I kata o schemi sono una forma di allenamento individuale e non, nel quale il praticante impara gli spostamenti, il tempo di esecuzione e applica le tecniche precedentemente imparate. I kata hanno alcune particolarità: posso esser eseguiti in luoghi ristretti, alcuni sono antichi e definiti perciò tradizionali ed infine sono un ottimo strumento di allenamento perché richiedono concentrazione non solo fisica ma anche mentale.

I kata del Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu sono dodici:
Tai Jitsu primo kata.
Tai Jitsu secondo kata.
Tai Jitsu terzo kata.
Kihon kata.
Tai Jitsu no-kata shodan.
Tai Jitsu no-kata nidan.
Tai Jitsu no-kata sandan.
Tai Jitsu no-kata yondan.
Tai Jitsu no-kata godan.
Taisabaki no-kata.
Jū-no-kata.

Randori (combattimento libero)
Un'altra particolarità del Nihon Tai Jitsu-Ju Jitsu è l'assidua pratica nel randori (combattimento libero) che è fondamentale per sviluppare la capacità di percezione delle azioni dell'avversario, della comprensione e valutazione della loro distanza e la conoscenza con conseguente scelta del tempo d’azione di una tecnica. Tali principi realizzano il kaeshi , espressione di un modo evoluto di condurre il combattimento in cui si lascia volutamente l'iniziativa all'avversario ma sempre controllando le sue azioni fino a cogliere l'attimo in cui applicare la contro-tecnica.

Bloccare, schivare o assecondare un attacco, cioè utilizzare una tecnica di difesa, può metterci nella condizione di poter condurre con successo un nuovo attacco nei confronti dell'avversario, ma è solamente anticipando l'azione nemica che si realizza correttamente un kaeshi. Negli altri casi, è più corretto parlare di contrattacco (giaku geki) piuttosto che di contro-tecnica (kaeshi waza), quantunque a scopo didattico si preferisca utilizzare sempre il termine kaeshi riferendosi alle azioni di attacco-difesa, allo scopo di non generare confusione negli allievi introducendo un concetto di dubbia comprensione.

In altre parole, si ha un kaeshi quando ad un attacco dell'avversario corrisponde un attacco immediato che lo sovrasta, mentre un contrattacco prevede l'utilizzo di una difesa (chowa, go, yawara) prima di eseguire la tecnica voluta. Per quanto veloce possa essere l'esecuzione, c'è sempre un attimo di rottura nell'azione: nel caso del kaeshi, questa rottura non esiste perché la contro-tecnica anticipa l'azione dell'avversario prima che questi abbia potuto dispiegare per intero il proprio attacco.

Il metodo
Il Nihon Tai jitsu-Ju Jitsu è facile da apprendere per via del suo metodo di studio e del suo programma: il programma è costituito da “blocchi”, imparato il primo si studia il secondo e così via in progressione. Si inizia dagli otto Tai sabaki di base che sono la piattaforma su cui costruire tutto, per poi procedere con gli Atemi waza, i Kansetsu waza e i Nage waza. Parallelamente si studiano gli Ukemi waza , i sutemi waza, gli Shime waza ed i Katame waza. Infine si apprendono i kata i si pratica il Randori. Più aumenta l’esperienza del praticante, più il programma si approfondisce e diventa impegnativo, ma senza dimenticare i Kihon ovvero i fondamentali.