Ran
Ran, che
tradotto dal giapponese, vuol dire caos, è un film del 1985 scritto
e diretto da Akira Kurosawa, basato sulla tragedia di Shakespeare Re Lear.
Il vecchio
Daimyo Hidetora Ichimonji ha deciso di dividere il suo feudo tra i
tre figli Taro, Jiro e Saburo.
Saburo, il
minore, lo critica apertamente per la sua scelta folle e prevede la rovina cui
andrà incontro, venendo pertanto scacciato. Hidetora non dà ascolto neppure al
suo fedele consigliere Tango, né al buffone di corte.
Per sua volontà si
ritira a vita privata: gli rimane un piccolo drappello di samurai, coi quali è
ospite a turno presso i due figli maggiori.
Nel castello del
primo egli viene trattato senza rispetto e, quando protesta, viene cacciato:
ripara dall'altro ma anche lì la situazione non è migliore. Taro e Jiro,
temendo che egli possa cambiare idea e pretendere di nuovo il comando sul
feudo, decidono di eliminarlo.
L'attacco alla
suo castello vede frecce piovere da ogni lato: tutti gli uomini a lui
fedeli cadono sotto i colpi degli archibugi, il vecchio Hidetora impazzisce.
Emerge dalle
rovine come un'immagine spettrale ed è lasciato andare indenne dai soldati.
Al culmine della
battaglia, il primogenito Taro viene fatto uccidere a tradimento da Jiro.
Al rientro al
castello di Taro lo attende la vedova di quest'ultimo, Kaede, figlia di un
nobile ucciso in passato da Hidetora, che non piange la morte del marito ma, al
contrario, seduce Jiro, con l'intenzione di portare alla rovina tutta la
famiglia, per vendetta.
Divenuta
l'amante di Jiro, inizia a manovrarlo a suo piacere, convincendolo anche a
uccidere sua moglie Suè che, però, nel frattempo è fuggita.
Dopo lo scontro,
Hidetora, scortato dal buffone e dal fedele Tango, si rifugia in una misera
capanna dove incontra un suonatore di flauto cieco: è Tsurumaru, fratello di
Suè.
I due sono figli di un altro nobile sconfitto da Hidetora, che ha accecato
il giovane Tsurumaru affinché non potesse cercare vendetta. L'incontro con la
vittima della sua ferocia è troppo duro per il vecchio che fugge ancora
accompagnato dal buffone, precipitando sempre più a fondo nella follia.
Saburo, il
figlio minore, che aveva trovato riparo presso Fujimaki, un nobile confinante -
venuto a conoscenza della situazione, torna con un piccolo esercito alla ricerca
del padre.
Jiro lo lascia inizialmente passare nel suo territorio, poi,
spaventato dall'arrivo delle truppe di Fujimaki e spinto dai consigli di Kaede,
decide di dare battaglia.
Saburo, lontano
dal campo di combattimento, riesce finalmente a ricongiungersi al padre e a
farlo rinsavire, ma viene ucciso dagli uomini di Jiro che stanno battendo in
ritirata.
Il vecchio
Hidetora, provato da un altro dolore, muore.
Rassegnato,
Tango si rivolge con queste parole al buffone che piange la morte del suo
signore:
« Non
bestemmiare contro Buddha e gli dei. Sono loro che piangono per i delitti che
gli uomini compiono per la loro stupidità, perché credono che la loro
sopravvivenza dipenda dall'assassinio degli altri ripetuto all'infinito. Non
piangere, il mondo è fatto così. Gli uomini cercano il dolore, non la gioia.
Preferiscono la sofferenza alla pace. Guardali, questi stupidi esseri umani,
che si battono per il dolore, si esaltano per la sofferenza e si compiacciono
dell'assassinio! »
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Nel frattempo
Suè rintraccia il fratello Tsurumaru e fugge con lui dai sicari di Kaede.
Tuttavia, costoro riescono a raggiungerla quando la giovane, lasciato Tsurumaru
sulle rovine del loro castello, torna sui suoi passi alla ricerca del flauto
che il fratello aveva perduto nella fuga.
Titolo originale: Ran
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1985
Durata: 163 minuti
Genere: Drammatico, epico, storico
Regia: Akira Kurosawa
Produttore: Serge Silberman, Masato Hara
Montaggio: Akira Kurosawa
Musiche: Toro Takemitsu
Scenografia: Yoshiro Muraki