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sabato 14 ottobre 2017

Per la Rubrica: Fisiologia articolare


Il polso

Il polso, articolazione distale dell’arto superiore, permette alla mano (segmento esecutore) di presentarsi in posizione ottima per la presa.
Infatti il complesso articolare del polso possiede due gradi di libertà (Fig. Polso 01).
Fig.Polso 01
Con la prono-supinazione, che costituisce il terzo grado di libertà (rotazione dell’avambraccio sul suo asse longitudinale) la mano può essere orientata in qualsiasi piano dello spazio in rapporto all’avambraccio per sostenere o afferrare un oggetto (Fig. Polso 02).
Fig.Polso 02
Il complesso articolare del polso comprende due articolazioni (Fig. Polso 03):

La radio-carpica (Fig. Polso 03-1) e la medio-carpica (Fig. Polso 03-2).
Fig.Polso 03-1 03-2
La radio-carpica che articola la glenoide del radio con il condilo carpico (formato da scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme che in realtà è articolato solo con il piramidale e non partecipa all’articolazione del polso) presenta due superfici convesse, le quali consentono i movimenti di adduzione-abduzione e di flesso-estensione (Fig. Polso 04).

La medio-carpica che articola fra di loro le due fila delle ossa del carpo (formato da trapezio, trapezoide, grande osso e uncinato) presenta una superficie convessa ed una concava, le quali consentono un’ampiezza nei movimenti limitata (Fig. Polso 04).
Fig.Polso 04
La radio-ulnare distale che articola radio e ulna con interposizione di un disco articolare che proseguendo distalmente rende concordanti le superfici dell’articolazione radio-carpica (in particolare con l’osso piramidale). Questa articolazione, insieme alla radio-ulnare prossimale, permette il movimento di prono-supinazione.

I movimenti del polso si effettuano attorno a due assi:

Quello trasversale che condiziona i movimenti di flessione (il palmo della mano si avvicina alla faccia anteriore dell’avambraccio) estensione (il dorso della mano si avvicina alla faccia posteriore dell’avambraccio) in un piano sagittale.
Quello antero-posteriore che condiziona i movimenti di adduzione o inclinazione ulnare (la mano si avvicina all’asse del corpo ed il bordo interno “quello del mignolo” forma, con il bordo interno dell’avambraccio, un angolo ottuso aperto in dentro) abduzione o inclinazione radiale (la mano si allontana dall’asse del corpo ed il bordo esterno “quello del pollice” forma, con il bordo esterno dell’avambraccio, un angolo ottuso aperto in fuori) in un piano sagittale.

I movimenti di abduzione-adduzione
L’ampiezza dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la faccia dorsale dell’avambraccio come prolungamento.

L’ampiezza del movimento d’abduzione o inclinazione radiale non supera i 25°, mentre l’ampiezza del movimento d’adduzione o inclinazione ulnare è di 45° (per un totale di 60°). Tuttavia questa ampiezza è differente a seconda dell’asse della mano o dell’asse del medio in quanto si aggiunge un’adduzione delle dita ma in pratica è di 45°. L’inclinazione ulnare è da due a tre volte più ampia della inclinazione radiale (poiché l’ulna non partecipa direttamente all’articolazione del polso, ma tramite un disco cartilagineo che permette un’inclinazione più ampia) ed è più ampia in posizione di supinazione. In generale l’ampiezza dei movimenti di adduzione-abduzione è minima nel caso di forte flessione o estensione del polso (Fig. Polso 05).
Fig.Polso 05

I movimenti di flessione-estensione

L’ampiezza dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la faccia dorsale dell’avambraccio come prolungamento.

L’ampiezza della flessione chiamata anche flessione palmare è di circa 85° (per un totale di 170°) ma dipende anche dal grado di rilasciamento dei legamenti del carpo;  è massima quando la mano non è né in adduzione né in abduzione ed minore quando il polso è in pronazione (Fig. Polso 06).
Fig.Polso 06

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