Il polso
Il polso, articolazione distale dell’arto superiore, permette alla mano (segmento esecutore) di presentarsi in posizione ottima per la presa.
Infatti
il complesso articolare del polso possiede due
gradi di libertà (Fig. Polso 01).
Fig.Polso 01 |
Con
la prono-supinazione, che costituisce il terzo
grado di libertà (rotazione dell’avambraccio sul suo asse longitudinale) la mano può essere orientata in qualsiasi
piano dello spazio in rapporto all’avambraccio per sostenere o afferrare un
oggetto (Fig. Polso 02).
Fig.Polso 02 |
Il
complesso articolare del polso comprende due articolazioni (Fig. Polso 03):
La
radio-carpica (Fig. Polso 03-1) e la
medio-carpica (Fig. Polso 03-2).
Fig.Polso 03-1 03-2 |
La
radio-carpica che articola la
glenoide del radio con il condilo carpico (formato da scafoide, semilunare,
piramidale e pisiforme che in realtà è articolato solo con il piramidale e non
partecipa all’articolazione del polso) presenta due superfici convesse, le
quali consentono i movimenti di adduzione-abduzione e di flesso-estensione (Fig.
Polso 04).
La
medio-carpica che articola fra di
loro le due fila delle ossa del carpo (formato da trapezio, trapezoide, grande
osso e uncinato) presenta una superficie convessa ed una concava, le quali
consentono un’ampiezza nei movimenti limitata (Fig. Polso 04).
Fig.Polso 04 |
La
radio-ulnare distale che articola
radio e ulna con interposizione di un disco articolare che proseguendo
distalmente rende concordanti le superfici dell’articolazione radio-carpica (in
particolare con l’osso piramidale). Questa articolazione, insieme alla
radio-ulnare prossimale, permette il movimento di prono-supinazione.
I
movimenti del polso si effettuano attorno a due assi:
Quello
trasversale che condiziona i
movimenti di flessione (il palmo
della mano si avvicina alla faccia anteriore dell’avambraccio) estensione (il dorso della mano si
avvicina alla faccia posteriore dell’avambraccio) in un piano sagittale.
Quello
antero-posteriore che condiziona i
movimenti di adduzione o inclinazione ulnare
(la mano si avvicina all’asse del corpo ed il bordo interno “quello del
mignolo” forma, con il bordo interno dell’avambraccio, un angolo ottuso aperto
in dentro) abduzione o inclinazione
radiale (la mano si allontana dall’asse del corpo ed il bordo esterno
“quello del pollice” forma, con il bordo esterno dell’avambraccio, un angolo
ottuso aperto in fuori) in un piano sagittale.
I
movimenti di abduzione-adduzione
L’ampiezza
dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la faccia
dorsale dell’avambraccio come prolungamento.
L’ampiezza
del movimento d’abduzione o inclinazione radiale non supera i 25°, mentre
l’ampiezza del movimento d’adduzione o inclinazione ulnare è di 45° (per un
totale di 60°). Tuttavia questa ampiezza è differente a seconda dell’asse della
mano o dell’asse del medio in quanto si aggiunge un’adduzione delle dita ma in
pratica è di 45°. L’inclinazione ulnare è da due a tre volte più ampia della
inclinazione radiale (poiché l’ulna non partecipa direttamente all’articolazione
del polso, ma tramite un disco cartilagineo che permette un’inclinazione più
ampia) ed è più ampia in posizione di
supinazione. In generale l’ampiezza dei movimenti di adduzione-abduzione è
minima nel caso di forte flessione o estensione del polso (Fig. Polso 05).
Fig.Polso 05 |
I
movimenti di flessione-estensione
L’ampiezza
dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la
faccia dorsale dell’avambraccio come prolungamento.
L’ampiezza
della flessione chiamata anche flessione palmare è di circa 85° (per un totale
di 170°) ma dipende anche dal grado di rilasciamento dei legamenti del
carpo; è massima quando la mano non è né
in adduzione né in abduzione ed minore quando il polso è in pronazione (Fig. Polso 06).
Fig.Polso 06 |
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