Koto
Koto |
Il Koto è uno strumento
musicale cordofono appartenente alla famiglia della cetra, derivato dal Guzheng
cinese. Fu introdotto in Giappone durante il periodo Nara (d.C. 710-784).
Il corpo dello
strumento è costituito da una cassa armonica, lunga circa due metri e larga tra
i 24 ed i 25 cm, costruita, in genere, con legname di Kiri (Paulownia Tomentosa).
Su di essa
corrono tredici corde di uguale diametro ed aventi stessa tensione, ognuna
delle quali poggia su di un ponticello mobile (ji).Il koto viene paragonato al corpo di un drago cinese disteso.
Per tale motivo, le diverse parti di cui esso è formato assumono dei nomi che ricordano quelle del mitico animale, come ad esempio:
Ryuko (schiena del drago): è la parte superiore della cassa armonica,
Ryuto e ryubi (testa e coda del drago): sono le estremità dello strumento.
All'inizio il
koto venne usato per lungo tempo solamente presso la corte imperiale. Questo
stato di cose cambiò nel XVII secolo soprattutto ad opera di Yatsuhashi Kengyō
(1614-1684) che sì applicò a rendere il koto maggiormente accessibile presso
la popolazione.
Inoltre ideò
l'accordatura hirajoshi e
creò composizioni divenute dei classici della letteratura per questo strumento
come Rokudan e Midare.
Il koto
viene suonato poggiandolo sul terreno tramite quattro piccoli piedi di legno.Il suonatore si pone in ginocchio o seduto di fronte ad esso e pizzica le corde tramite l'ausilio di tre plettri (tsume) fissati al pollice, all'indice ed al medio della mano destra.
Esistono due tipi
di plettri a seconda delle due scuole tradizionali d'insegnamento di questo
strumento:
di forma ovale,
usato nella scuola Yamada.di forma quadrata, usato nella scuola Ikuta.
La mano sinistra
non viene utilizzata per suonare ma per produrre una serie di abbellimenti
agendo sulle corde, tendendole. A partire dal XX secolo, però, a causa degli
influssi della musica occidentale che determinarono lo sviluppo della Nuova
Musica Giapponese, si è iniziato a pizzicare le corde anche con la mano
sinistra al fine di ottenere effetti polifonici.
Il koto
si accorda muovendo opportunamente i suoi ponticelli. Esistono diversi tipi
di accordature a seconda del genere musicale, del brano da eseguire o della
scuola tradizionale.
Alcune delle
accordature usate nel koto sono:l'accordatura hirajoshi (una delle più utilizzate),
l'accordatura kokinjoshi,
l'accordatura gakujoshi,
l'accordatura honkumoijoshi.
Alle corde del
koto viene assegnato un nome numerico a partire da quella più lontana
dall'esecutore. Tali nomi sono:
ichi ( "uno")ni ("due")
san ("tre")
yon ("quattro")
go ("cinque")
roku ("sei")
shichi ("sette")
hachi ("otto")
kyū ("nove")
jū ("dieci")
to
i
kin
La nota
associata ad ogni corda varia dipendentemente dalla accordatura scelta.
Lo spartito per koto si
presenta generalmente sotto forma di intavolatura che si legge dall'alto in
basso e da destra verso sinistra. Poiché nell'intavolatura sono riportati i
nomi delle corde da pizzicare e non le note, ne consegue che se di quello
spartito non è noto il tipo di accordatura, non sarà possibile suonare quel
brano. Nell'intavolatura sono riportati anche segni che indicano quale dito
usare e le tipologie degli abbellimenti.
Tra i più
importanti compositori per koto figurano:
Yatsuhashi KengyōMitsuzaki Kengyō
Yoshizawa Kengyō
Miyagi Michio
Vi lascio con un video su questo strumento giapponese. Lo potete trovare insieme ad altri nel canale Youtube del Jin Roh no Dojo.