Arte pittorica giapponese

Una rubrica che si occuperà di spiegare la pittura giapponese e di raccontare la vita e le opere dei maggiori arti del Sol Levante.

Katsushika Hokusai

Katsushika Hokusai  (23 settembre 1760 – 10 Maggio 1849) nacque a Edo nel nono mese del decimo anno dell'era Hōreki, nel quartiere Honjō Warigesui, presso la famiglia Nakamura. Venne successivamente adottato da una prestigiosa famiglia di artigiani, i Nakajima, fabbricanti di specchi al servizio dello shōgunato. Nei diversi aneddoti relativi alla sua vita si racconta che abbia cambiato residenza novanta volte e che avesse l'abitudine di modificare continuamente il nome d'arte. A quattordici anni iniziò il suo apprendistato presso un intagliatore di matrici tipografiche. Nel 1778, all'età di diciotto anni, con il nome di Katsukawa Shunrō, entrò nello studio di Katsugawa Shunsho dove creò immagini di beltà, lottatori, attori e paesaggi. Il disprezzo per i principi artistici del suo maestro causò la sua espulsione nel 1785. Iniziò a lavorare in proprio studiando lo stile e le tecniche pittoriche della tradizione giapponese delle scuole Kano, Tosa e Rimpa, spaziando verso uno stile di pittura cinese e occidentale. Nel 1795 assunse la direzione dell'aterlier Tawaraya e cambiò il suo nome in Sorii III.
Cardellino e Salice piangente

Agli inizi del XIX secolo l'ukiyo-e continuava a crescere acquisendo consenso polare.
Il nome d’arte Katsushika Hokusai apparve sulla scena artistica proprio in quel momento, spostando l'interesse del pubblico verso nuovi soggetti come i paesaggi e le immagini di fiori e animali, oltre a quelli già consolidati dalla mercato come le beltà femminili e i guerrieri.
Nel 1798 lasciò l'atelier Tawaraya per procedere come artista indipendente e assunse il nome di Hokusai (Studio della Stella Polare). Hokusai è famoso per i suoi paesaggi come dimostrano le serie: Chie no umi (Mille immagini del mare) e Shokoku takimeguri (Viaggio tra le cascate giapponesi). La sua opera in assoluto più conosciuta è: La grande onda presso la costa di Kanagawa contenuta nella serie: Fugaku sanjūrokkei  (trentasei vedute del Monte Fuji) in cui il monte sacro giapponese viene visto da diverse angolazioni.
La grande onda presso la costa di Kanagawa

Anche se di volta in volta Hokusai studiò stili diversi, egli mantenne da allora in poi la sua indipendenza stilistica. Per un certo periodo visse nella povertà estrema, e se pur guadagnò modeste somme che gli assicurarono un minimo di benessere, rimase povero e verso la fine si descrisse orgogliosamente come un contadino.
Montagna al tramonto

Il lavoro di Hokusai non ha influenzato solo le giovani generazioni di artisti ukiyo-e in Giappone, come Hiroshige e Kuniyoshi, ma ha anche affascinato molti pittori europei come gli impressionisti francesi.
Fu un attento studente per tutta la sua lunga vita. Come postfazione al suo ultimo incompiuto lavoro/testamento spirituale, la raccolta Cento vedute del monte Fuji, scrisse:

“Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e sono cinquant’anni che pubblico disegni; tra quel che ho raffigurato non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré anni ho a malapena intuito l’essenza della struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rileverà infondato. Dichiarato da Manji il vecchio pazzo per la pittura”.

Katsushika Hokusai 

Hokusai morì dopo una breve malattia il 10 maggio 1849, e un Haiku scritto sul letto di morte recita:

Hitodama de,
yuku kisani ya,
natsu no hara.

Anche se fantasma
Me ne andrò per diletto sui prati
D’estate.
La cascata di Amida molto in profondità sulla strada di Kiso

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