sabato 28 ottobre 2017

Pensieri...

Chi è impaziente finisce per rovinare tutto e
non riesce a compiere grandi imprese.

Frasi – Yamamoto Tsunetomo.
- - - - -

Muovere cielo e terra senza sforzo
è una semplice questione di concentrazione.

Pensieri – Yamamoto Tsunetomo.

domenica 22 ottobre 2017

19 Ottobre 2017 – Una lezione diversa dal solito…

Giovedì 19 Ottobre 2017 a Imola (BO) presso il Jin Roh no Dojo, si è tenuta una lezione con Sensei Massimiliano Rustignoli.
Sensei Massimigliano Rustignoli
Sensei Rustignoli 1° Dan di Kūdō ed esperto conoscitore di diverse discipline marziali; quali il Karate Shotokai e il Nihon Tai Jitsu, insegna a Forlì e partecipa a stage e competizioni nazionali.


Kūdō (空道), letteralmente significa Mente Aperta ed è una disciplina simile alla MMA (arte marziale mista) ma è prettamente giapponese, in quanto la divisa è il keikogi e la sua filosofia si basa sui principi del Reigi ovvero l’etichetta tradizionale giapponese del Bu.


Il Kūdō è chiamato anche Daido Juku, che significa la Grande Via ma, si preferisce utilizzare il primo termine (Kūdō).
Il Kūdō si distingue dalle altre discipline marziali giapponesi perché vuole avvicinarsi il più possibile al combattimento realistico e reale, per raggiungere questo obbiettivo, nel Kūdō si combatte con pochissime regole e ha tecniche e azioni specializzate.
Le tecniche comprendono l’intero spettro di una vera lotta per combattere in piedi, tecniche di proiezioni e combattimento a terra.
La formazione nel Kūdō avviene principalmente attraverso dei Kihon e non prevede Kata.

E’ stata una lezione improntata tutta sull’atteggiamento mentale e marziale che questa disciplina richiede ai suoi praticanti, nello specifico lo spirito del combattente durante un incontro di Kūdō, due round da tre minuti l’uno o quando uno dei due atleti si arrende per sottomissione, durante il quale ognuno da tutto se stesso in temine di prestazione fisica.

Pochi concetti, tanta energia vitale e rispetto.

Foto di gruppo con Sensei Rustignoli e i ragazzi del Jin Roh no Dojo
E’ stata una bella ed interessante lezione anche se di breve durata.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e grazie di cuore a Sensei Rustignoli per essersi reso disponibile ad insegnarci.

Alcune foto della lezione con Sensei Rustignoli.

lunedì 16 ottobre 2017

15 Ottobre 2017 – Una Domenica d'autunno…

Il corso di Nihon Tai Jitsu a Imola, ormai è un mese che è iniziato, ci sono alunni nuovi, la vecchia guardia è compatta e sono pronte tante attività da sviluppare nei prossimi mesi.
Foto di gruppo con i partecipanti alla lezione
Domenica mattina però, abbiamo fatto una lezione di ripasso, riprendendo lo studio fatto durante lo scorso corso estivo.
Nello specifico abbiamo avuto la possibilità di ripassare nella prima metà della lezione una parte dei Kihon waza, mettendo i puntini sulle “i” sui Tai Sabaki e su come squilibrare l’avversario, mentre nella seconda metà, abbiamo studiato il Kihon Kata e alcuni dei sui possibili sviluppi prendendo spunto dalla quarta serie del programma di studio.

Un’occasione unica per stare insieme, condividere questa nostra passione per il Ju Jitsu e per dar modo agli allievi di progredire.

Gran bella lezione e una grande partecipazione !!!

Un riconoscimento a parte va fatto a Giacomo Lasi del dojo “La Grande Onda” di Ravenna e a  Gianni Satta del dojo “Musashi” di Faenza che ci sono venuti a trovare e hanno partecipato attivamente alla lezione.

Ottimo lavoro a tutti quanti! Grazie.





Siamo Pronti ! 

sabato 14 ottobre 2017

Per la Rubrica: Fisiologia articolare


Il polso

Il polso, articolazione distale dell’arto superiore, permette alla mano (segmento esecutore) di presentarsi in posizione ottima per la presa.
Infatti il complesso articolare del polso possiede due gradi di libertà (Fig. Polso 01).
Fig.Polso 01
Con la prono-supinazione, che costituisce il terzo grado di libertà (rotazione dell’avambraccio sul suo asse longitudinale) la mano può essere orientata in qualsiasi piano dello spazio in rapporto all’avambraccio per sostenere o afferrare un oggetto (Fig. Polso 02).
Fig.Polso 02
Il complesso articolare del polso comprende due articolazioni (Fig. Polso 03):

La radio-carpica (Fig. Polso 03-1) e la medio-carpica (Fig. Polso 03-2).
Fig.Polso 03-1 03-2
La radio-carpica che articola la glenoide del radio con il condilo carpico (formato da scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme che in realtà è articolato solo con il piramidale e non partecipa all’articolazione del polso) presenta due superfici convesse, le quali consentono i movimenti di adduzione-abduzione e di flesso-estensione (Fig. Polso 04).

La medio-carpica che articola fra di loro le due fila delle ossa del carpo (formato da trapezio, trapezoide, grande osso e uncinato) presenta una superficie convessa ed una concava, le quali consentono un’ampiezza nei movimenti limitata (Fig. Polso 04).
Fig.Polso 04
La radio-ulnare distale che articola radio e ulna con interposizione di un disco articolare che proseguendo distalmente rende concordanti le superfici dell’articolazione radio-carpica (in particolare con l’osso piramidale). Questa articolazione, insieme alla radio-ulnare prossimale, permette il movimento di prono-supinazione.

I movimenti del polso si effettuano attorno a due assi:

Quello trasversale che condiziona i movimenti di flessione (il palmo della mano si avvicina alla faccia anteriore dell’avambraccio) estensione (il dorso della mano si avvicina alla faccia posteriore dell’avambraccio) in un piano sagittale.
Quello antero-posteriore che condiziona i movimenti di adduzione o inclinazione ulnare (la mano si avvicina all’asse del corpo ed il bordo interno “quello del mignolo” forma, con il bordo interno dell’avambraccio, un angolo ottuso aperto in dentro) abduzione o inclinazione radiale (la mano si allontana dall’asse del corpo ed il bordo esterno “quello del pollice” forma, con il bordo esterno dell’avambraccio, un angolo ottuso aperto in fuori) in un piano sagittale.

I movimenti di abduzione-adduzione
L’ampiezza dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la faccia dorsale dell’avambraccio come prolungamento.

L’ampiezza del movimento d’abduzione o inclinazione radiale non supera i 25°, mentre l’ampiezza del movimento d’adduzione o inclinazione ulnare è di 45° (per un totale di 60°). Tuttavia questa ampiezza è differente a seconda dell’asse della mano o dell’asse del medio in quanto si aggiunge un’adduzione delle dita ma in pratica è di 45°. L’inclinazione ulnare è da due a tre volte più ampia della inclinazione radiale (poiché l’ulna non partecipa direttamente all’articolazione del polso, ma tramite un disco cartilagineo che permette un’inclinazione più ampia) ed è più ampia in posizione di supinazione. In generale l’ampiezza dei movimenti di adduzione-abduzione è minima nel caso di forte flessione o estensione del polso (Fig. Polso 05).
Fig.Polso 05

I movimenti di flessione-estensione

L’ampiezza dei movimenti si misura a partire dal polso diritto con la faccia dorsale e la faccia dorsale dell’avambraccio come prolungamento.

L’ampiezza della flessione chiamata anche flessione palmare è di circa 85° (per un totale di 170°) ma dipende anche dal grado di rilasciamento dei legamenti del carpo;  è massima quando la mano non è né in adduzione né in abduzione ed minore quando il polso è in pronazione (Fig. Polso 06).
Fig.Polso 06

domenica 8 ottobre 2017

Storie Zen...

Una tazza di tè

 
Nan-in un maestro giapponese dell’era Meji, ricevete la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servi il tè.
Colmo la tazza del suo ospite e poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. “E’ ricolma. Non ce n’entra più!”.

Come questa tazza,” disse Nan-in “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

domenica 1 ottobre 2017

Per la Rubrica: Araldica e forme di segnalazione


Horagai
Una tipica Horagai
Le Horagai o Jinkai (gusci di guerra) sono grandi conchiglie utilizzate come trombe in Giappone. Attaccato al vertice della guglia, un particolare bocchino di legno laccato consente di suonare lo strumento e di produrre dalle tre alle cinque note differenti.
Le Horagai sono state utilizzate come dispositivi di segnalazione sia in tempo di guerra dagli Yamabushi che per scopi religiosi dai monaci buddhisti.

Il samurai addestrato ad utilizzare la conchiglia era chiamato Kai Yaku.

In guerra, le Horagai avevano una funzione simile ai tamburi; nella segnalazione per impartire ordini alle truppe, per la marcia dandone il ritmo e per fornire una sorta di accompagnamento eroico per incoraggiare nel combattimento. Venivano anche utilizzate per disorientare il nemico sul numero reale dell’esercito presente in battaglia.

Oggi le Horagai sono utilizzate anche nei film e nelle fiction televisive come effetto sonoro che indica una battaglia imminente, come ad esempio nel film del 2003 “L’ultimo Samurai” diretto da Edward Zwick.