Mostri e Spiriti Giapponesi
Kami – divinità
Vorrei fare alcune precisazioni sul concetto di Kami e sulle entità spiritiche Giapponesi che nella rubrica “Mostri e Spiriti Giapponesi” spesso e volentieri compaiono. Inizierei con una citazione di Motoori Norinaga che da una definizione breve e concisa:
"Tutto ciò che c'è di maestoso e solenne, che possiedi le qualità dell'eccellenza e delle virtù ed ispira un sentimento di meraviglia, è considerato Kami."
I kami, termine tradotto in genere con "dèi", "divinità", sono le entità spiritiche che popolano tutto l'universo, sono gli spiriti della natura, e si esprimono attraverso essa. Per il fedele shintoista una cascata, la Luna o semplicemente una roccia, possono essere considerati come espressione dei kami ed elementi mistici in grado di porre in contatto con la sfera divina. Anche semplici forze, ovvero i cicli che regolano l'universo, come la fertilità o la crescita, possono essere visti come manifestazione delle impercettibili forze divine che popolano la natura.
I kami sono stati definiti anche con il termine li, ovvero "intelligenze innate", oppure "principi". Questa miriade di definizioni sta ad indicare la complessità nel dare una spiegazione al concetto stesso di divinità shintoiste. Spesso è utilizzato anche il termine cinese shen ("esseri di luce", "divinità"), forma più originale di shin, la radice della parola Shinto (etimologia completa spiegata nell'introduzione).
I kami non sono dunque divinità trascendenti; sebbene siano impalpabili, popolano lo stesso universo in cui si trova l'uomo, si trovano solo ad un livello esistenziale superiore. Nel tempo l'immagine dei kami è andata a caratterizzarsi, tanto che è comune trovarli rappresentati in forma antropomorfa, e circondati da ampi corollari mitologici; tuttavia il messaggio essenziale è rimasto invariato, le raffigurazioni sono solo delle maschere, volte a rendere concepibili all'uomo concetti così complessi. È molto frequente, infatti, in particolare nello Shintoismo moderno, l'utilizzo di uno specchio per rappresentare le divinità. Questa è la migliore raffigurazione che possa far comprendere all'uomo moderno un concetto così profondo. Lo specchio sta infatti ad indicare che ogni cosa riflessa da esso è incarnazione e manifestazione degli dèi. In alternativa, come raffigurazione, vengono anche utilizzate composizioni geometriche di carta o di stoffa.
I kami sono collettivamente chiamati Yaoyorozu no kami (letteralmente “otto milioni di kami"). Il nome arcano Yaoyorozu ("otto milioni") non è il numero esatto, ma piuttosto un modo simbolico di indicare l'infinito in un'epoca in cui questo concetto non esisteva. Il kami più importante, e certamente il più invocato e venerato è la dea del Sole Amaterasu. Il tempio principale a lei dedicato è situato a Ise e ad esso sono affiliati numerosi templi minori.
Kami particolari
Nella classificazione kami possono essere inclusi anche altri tipi di spiriti, ed entità:
Dosojin: i dosojin o sai no kami o ancora dorokujin, sono le divinità delle strade e dei sentieri, ovviamente più in senso metaforico che in senso lato, quindi strade è da intendere anche come i sentieri della vita, le direzioni e le scelte che la caratterizzano. I luoghi in cui si dice siano soliti manifestarsi sono contrassegnati da pietre o sculture, poste ai lati delle strade, oppure agli incroci o in prossimità dei ponti. In qualità di divinità patrone dei confini, i dosojin si dice proteggano dagli spiriti maligni e da catastrofi o incidenti stradali. Le pietre di segnalazione dai luoghi in cui presenziano rappresentano solitamente piccoli esseri antropomorfi, o in alternativa possono essere semplici pietre con inscrizioni. In alcuni paesi si ritiene che i dosojin siano manifestazioni del kami della fertilità, in altri casi del kami patrono dei bambini. I popolari festival del fuoco del Giappone, che si tengono il 15 gennaio di ogni anno, sono conosciuti con il nome di festival dei dosojin. L'usanza prevede che in questa giornata vengano bruciati tutti gli ornamenti, i talismani e altre decorazioni utilizzate nei templi durante la festa del Nuovo Anno. Le decorazioni, solitamente di Bambù e carta, vengono gettate nel fuoco per propiziare salute e ricchezza per l'anno appena iniziato. Questa tradizione legata al fuoco ha molti nomi, tra cui Sai no Kami, Sagicho e Dondo Yaki. La tradizione vuole che dal crepitio delle fiamme si riesca ad interpretare se l'anno sarà ricco e prospero. L'origine delle pietre dosojin si è persa nelle nebbie del tempo. Tradizioni simili si possono comunque riscontrare nel mondo buddhista (nello stesso Giappone i dosojin in stile buddhista sono detti jizo), la tradizione stessa delle pietre di segnalazione di spiriti nei pressi delle strade è rintracciabile ad esempio in India, dove il Buddhismo nacque all'incirca nel 500 a.C. Il Buddhismo fu introdotto in Giappone solo nel VI secolo dopo Cristo, e con esso probabilmente la tradizione dei dosojin.
Ujigami: gli ujigami (letteralmente "kami con un nome") sono kami particolari, che si ritiene siano protettori di una specifica località o un singolo paese e in molti casi si tratta degli spiriti dei fondatori del paese stesso. I membri della comunità che venera un ujigami sono solitamente chiamati ujiko (anche se questo nome spesso sta ad indicare il gruppo di persone addette alla manutenzione dei templi di provincia). Queste caratteristiche rendono il culto degli ujigami molto simile a quello dei santi cristiani.
Mizuko: i bambini che muoiono in età infantile senza essere stati aggiunti alle liste di un tempio (vedi la sezione culto templare), divengono mizuko (letteralmente "bambino d'acqua") e si ritiene che causino problemi e pestilenze. I mizuko vengono spesso adorati in templi specifici con lo scopo di placare la loro rabbia e tristezza. Questi templi sono diventati più popolari nel Giappone moderno con l'aumento degli aborti.
Spiriti ancestrali: lo Shintoismo insegna che ogni essere vivente possiede una propria anima, chiamata reikon che, con la morte assume uno status simile a quello dei kami. Coloro che muoiono senza problemi e in felicità divengono spiriti ancestrali, festeggiati nel giorno di Obon. Essi possono essere pertanto venerati come tenjin ("spiriti celesti"), e può essere loro richiesta protezione sulla famiglia e sulle vicende ed attività familiari; un'usanza molto simile, dunque, a quella di molte altre grandi religioni. Per persone molto eminenti e sagge può essere edificato anche un tempio, pratica comune se il defunto era particolarmente popolare.
Yurei: gli urei sono i fantasmi. Mentre le anime felici diventano spiriti ancestrali, chi muore infelice o di morte violenta si sostiene divenga un fantasma, uno degli stati spirituali più vicini a quello umano sia per lo Shintoismo che per il Buddhismo. Il termine yurei significa letteralmente "fantasmi tormentati", perché questi spiriti tenderebbero a causare problemi.
Spiriti zoomorfi: la maggior parte dei templi shintoisti, presenta ai lati dell'ingresso due statue raffiguranti creature dall'aspetto di cani-leoni, sono i cosiddetti komainu, raffiguranti gli spiriti guardiani del tempio che tengono lontane le entità maligne. I templi dedicati ad Inari fanno eccezione, sono infatti tipicamente guardianati da Tanuki (animali simili ai procioni in grado di trasformarsi in uomini) e uccelli antropomorfi chiamati tengu. Ovviamente nel tempo sono nate molte varianti, si possono trovare ad esempio anche spiriti dall'aspetto di scimmie. Ad ogni modo tutti questi spiriti sono collettivamente chiamati Henge, che significa "muta-forma", poiché si crede che possano assumere sembianze umane. La tradizione di questi spiriti guardiani è rintracciabile anche nelle tradizioni buddhiste e taoiste. Vi sono centinaia di leggende che narrano di incontri tra umani e queste creature magiche, considerate a volte benefiche e a volte malefiche. Fanno parte di questa categoria anche i due kami zoomorfi più comuni, il kappa e il drago.
Forze della natura: anche alcune forze ed elementi della natura, sono considerate manifestazioni della matrice divina di tutto l'universo. Queste forze possono includere quelle rappresentate dai vulcani, come ad esempio il Monte Fuji, caratterizzato dalla sua dea protettrice. Oltre ad essi ogni luogo particolare, come ad esempio una scogliera, una cascata, un lago, vengono visti dai fedeli shintoisti come luoghi di intenso potere spirituale.
Yokai: il termine è solitamente tradotto con demoni. È una categoria non molto definita, che a volte può sconfinare nelle altre. Generalmente si tratta di esseri che abitano una dimensione molto vicina a quella umana. Si dice che la maggior parte di essi eviti l'incontro con gli uomini, anche se esistono eccezioni. Gli yokai sono generalmente associati al fuoco e all'estate, poiché verrebbero attirati dal calore. Sono rappresentati, di solito, con aspetto grottesco e terrificante.
Inutile non dire che la credenza in queste manifestazioni spirituali abbia fortemente influenzato la moderna industria degli Anime, i cartoni animati giapponesi. In essi si possono riscontrare centinaia di personaggi e spiriti ostensivamente ispirati ai kami e agli spiritelli della religione shintoista.
Okuri Inu
Okuri Inu - Il cane accompagnatore |
L’Okuri Inu (cane accompagnatore) è un essere che si mette a seguire le persone che viaggiano di notte, vi sono due versioni che lo riguardano.
La prima narra che questo spettro protegga i viandanti dall’attacco dei branchi di cani selvatici.
L’altra afferma che l’Okuri Inu si metta a seguire il viandante sperando che prima o poi cada per divorarselo. Se questo arriva a casa illeso, dovrà gettare un sandalo di paglia fuori dalla porta di casa e darlo in pasto al cane come ringraziamento per non averlo aggredito.
Si dice anche che, in caso di caduta, sia necessario pronunciare: “mazu ippuku” (trad. “una pausa, innanzi tutto!”).
Nella parte settentrionale del Giappone ci sono stati anche avvistamenti di lupi accompagnatori il cosiddetto Okuri Ookami ma anche di donnole accompagnatrici le Okuri Itachi. Entrambi gli animali si comportano come L’Okuri Inu…
fate attenzione alle vostre passeggiate notturne…
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Hitobashira
Fin dai tempi antichi in Giappone circola una superstizione secondo la quale intrappolando un uomo vivo nelle fondamenta o nel muro portante di un palazzo come offerta agli dei si sarebbe assicurata una maggiore stabilità all’edificio, questi pilastri umani vengono chiamati Hitobashira.
Uno dei racconti più famosi riguardante questo tipo di leggenda è associato alla costruzione del castello di Matsue nel diciassettesimo secolo.
Il castello di Matsue |
Sembra che durante i lavori il muro portante di una torre continuasse a crollare impedendo la realizzazione dell’edificio, i costruttori iniziarono quindi a cercare un sacrificio adeguato trovandolo in una giovane donna che in un festival popolare si era distinta per il modo di danzare. La giovane venne rapita e murata viva e secondo il racconto non vi furono più problemi anche se si dice che il fantasma della ragazza infesti il castello. Lo scrittore Lafcadio Hearn in Glimpses of Unfamiliar Japan racconta di come ogni volta che una ragazza danzava per le strade di Matsue la struttura del castello sembrava vibrare minacciosamente portando i signori locali ad emanare una legge che proibiva la danza nelle strade.
Nonostante non vi siano prove vere e proprie di questa pratica molti sono i castelli su cui circolano voci simili e i ritrovamenti di ossa sotto edifici moderni hanno spinto molti a pensare che tale pratica sia continuata anche nei tempi moderni.
Tunnel Jomon |
Il tunnel di Jomon è uno di questi posti incriminati, costruito nel 1914 durante dei lavori di restauro nel ’68 furono trovati al suo interno degli scheletri umani sigillati nei muri. Si pensa che tali resti appartenessero a lavoratori morti per denutrizione e malattia durante la costruzione del ponte e che vennero cosi sepolti per evitare problemi con le autorità.
Monumento ai morti ritrovati nel Tunnel Jomon |
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Nekomata no Hi
Nekomata no Hi
Il Nekomata no Hi (giorno del gatto a due code) è un gatto nero che può raggiungere le incredibili dimensioni di quasi un metro e mezzo e possiede una coda biforcuta. Come ogni felino ama andar a caccia di notte, solo che, ha la capacità di manifestarsi come un fiammella della grandezza di una tazza da latte.
Se si prova a seguire questo spirito nella notte, il Nekomata no Hi prende a volteggiare in cerchio attorno a colui che lo infastidisce fino a che stufo di burlarsi della persona scompare nel nulla o se si arrabbia aggredisce il mal capitato con i suoi denti affilatissimi.
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Nue
Il Nue o misterioso uccello notturno, è un termine usato quando si vuole indicare un mostruoso essere ambiguo, dai contorni sfumati e viscidi. Viene descritto come un essere dalla testa di scimmia, con un corpo di Tanuki, con coda de serpente e le zampe da tigre. In altre occasioni è stato descritto come un mostro dalla testa di gatto, con gli occhi spalancati che brillavano di luce sinistra e con corpo di gallo. È un essere in grado di volare e spesso è avvolto da una nube scura che lo protegge, è in grado di emettere dalla bocca una voce stridula dal suono inconfondibile.
Cosa esattamente vuole dagli uomini questo resta un mistero ma, è stato avvistato più volte nei secoli sempre nei pressi del palazzo imperiale a terrorizzare la corte.
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Nureonna
La Nureonna o
donna bagnata è un mostro che vive nei fiumi, ha il corpo di serpente con la
testa di donna dai lunghi capelli neri. Non possiede veleno e lo dimostra il
fatto che caccia le sue prede come il boa sudamericano. Le sue dimensioni possono
arrivare fino ai trecento metri di lunghezza e proprio grazie alla sua coda il Nureonna cattura i mal capitati che
nuotono o che navigano in quel tratto di fiume per nutrirsene.
Possiede la voce, non si sa se è in grado di parlare come
una persona, ma è in grado di emettere degli urli striduli fastidiosi all’uomo.
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Hoaguro Bettari
Nei tempi antiche per le donne che andavano in spose esisteva l’usanza di tingersi i denti con un liquido nero simile all’inchiostro, un operazione chiamata Ohaguro (dentatura nera).
Il solo immaginare una donna che sorride sguaiatamente, mostrando la sua dentatura nerastra , può produrre in noi un immagine sinistra e spettrale. In effetti esiste uno spettro femminile il cui viso resta sempre occultato che predilige gli ambienti scuri ed indossa un kimono simile a quello utilizzato nelle cerimonie nuziali. Di solito si avvicina alle persone in modo gentile per far si che queste si avvicinino a lei, ma quando l’incauto passante è alla giusta distanza la Hoaguro Bettari mostra il suo viso privo di lineamenti e il sua larga dentatura nera.
Alcuni pensano che sia un maleficio fatto da un Tanuki, mentre secondo altri, la Hoaguro Bettari è la condensazione dei rimpianti delle donne che dovettero sposarsi forzatamente.
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Gaki
Pur essendo per definizione un kami, uno spirito nobile sacro, oggetto di venerazione nella fede scintoista, non viene solitamente rispettato e onorato; questo perché somiglia più a un akuryo (spirito infernale) e appartiene al genere degli yukiaigami (kami che si incontrano sul cammino).
In altre parole è lo spirito di un viandante che morto di fame si stabilisce lungo un sentiero e tormenta i vivi, se si cade nel suo maleficio si avverte improvvisamente una fame talmente violenta da impedire addirittura qualsiasi movimento al malcapitato. Tra le montagne ci sono luoghi considerati ideali per venire stregati da un yukiaigami, l’unico rimedio valido per evitare il maleficio e mangiare subito qualcosa.
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Il Mizuki
Il mizuchi viene descritto come un mostro molto simile al dragone cinese, simile a un serpente ricoperto completamente da squame, la testa di drago con corna e barbetta rossa, con quattro zampe, con due corna alle estremità e possiede infine un veleno micidiale per l’uomo.
Si dice che sia in grado di provocare tempeste in mare e forti precipitazioni sulla terra, inoltre quando si nutre di iris può creare miraggi incredibilmente verosimili grazie all’energia emanata dall’interno della bocca. Si racconta ancora che il mizuchi si tramuta in un fagiano e depone le sue uova a circa quindici metri sotto terra. Quando si schiudono, ne fuoriescono dei serpentelli i quali, trascorsi cent’anni, si trasformano in dragoni.
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Il Mukade
Il mukade o cento piedi si tratta un mostro lugubre lungo anche una decina di metri, vive in buchi nel terreno e si ciba anche di uomini. È troppo lungo per esser considerato un insetto, ma essendo dotato di zampe non è sicuramente un serpente. Inoltre, vista la sua natura maligna, si ipotizza che il mukade sia pure in grado di trasformarsi.
Su alcuni testi antichi cinesi, si afferma che molti mostri, non sopportano la saliva umana, il mukade non fa eccezione. Si narra infatti che molti mukade siano stati uccisi da samurai che “avvelenavano” le proprie armi con la loro saliva.
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La Ningyo
La Ningyo o sirena avrebbe l’aspetto molto simile a quelle umane ma, con la bocca simile a quella della scimmia e avente denti minuscoli da pesce. Come un pesce ha squame, ma dorate e rilucenti. Possiede la voce simile però al sommesso stridulo dell’allodola, sembrerebbe che questi esseri, pur non proferendo parola, sappiano piangere come gli uomini.
La ningyo non vivrebbe solo nel mare, la si trova anche nei corsi d’acqua montani, inoltre le loro carni sarebbero prelibate e profumate, ed è risaputo che chi ne mangia viene beneficiato di una lunga vita o dell’immortalità.
Pare che il momento più propizio per catturarle sia prima che si scateni una tempesta, tuttavia se si uccide una ningyo si verrà sicuramente colpiti da eventi infausti in quanto molti la ritengono una divinità del mare.
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Il Kappa
Il Kappa è una creatura anfibia che vive nei pressi dei corsi d’acqua, è un esser di piccole dimensioni e lo si può scambiare facilmente per un bambino. Ha sul dorso una vetusta corazza di testuggine, ha la pelle scivolosa dall’odore nauseante, la testa con i capelli in disordine che circondano una chierica, il muso bluastro ed è in grado di parlare con le persone. Si dice anche che quando sia in pericolo riesca ad emettere dei peti dall’odore insopportabilmente acre che rimane attaccato alla persona, che ne entra in contatto con il Kappa, anche per due o tre giorni.
Il Kappa è un amante del Sumo (tipica lotta tradizionale Giapponese), è sempre alla ricerca di persone da sfidare poiché possiede una forza notevole tale da poter trascinare una persona in acqua, nonostante ciò, pare che una semplice spinta basti per farlo capitombolare all’indietro.
Ciò che fa di solito e trascinare bambini e bestiame in acqua, e pare che dopo averli fatti annegare li svuoti delle interiora attraverso lo sfintere per nutrirsene. Si dice anche che sia responsabile dei danni ai campi di melanzane e cetrioli in quanto è ghiotto di tali verdure, per cui gli si dedicano tempietti sperando di placarlo.
Altre razze del Kappa o parenti stretti sono: lo Shibaten di Shikoku, lo Hyosuki di Kyusho, il Mintsuchikamui di Hokkaido ed infine il Suiko e il Kahaku.