domenica 9 ottobre 2016

Inizio corso 2016-2017

Bene ragazzi, il corso è ufficialmente partito!
Foto di gruppo con i membri del Jin Roh no Dojo.
La prima settimana di corso è già passata, e mi sembra doveroso fare una pubblicazione a riguardo.

Quest'anno ci sono delle novità:
Siamo in una nuova struttura, facile da raggiungere, comoda ed accogliente, in una sala dedicata esclusivamente alle arti marziali. Gli spogliatoi sono attrezzati bene sia per i ragazzi che per le ragazze, infine c'è un ampio parcheggio.

Vorrei  concludere ringraziando il CSI Imola per la fiducia concessa e per la disponibilità degli spazi concessi ma, un grazie ancor più grande a Sensei Daniele Mazzoni che senza di lui il Nihon Tai Jitsu in Italia non sarebbe mai arrivato.

Ricordo a tutti che:

Sabato 05 Novembre a Imola (Bo) presso il nostro Dojo (sala n°3 Montericco) ci sarà lo Stage promosso dal CSI Imola di Nihon Tai Jitsu e Yoshitsune waza Depasquale System e il docente sarà Sensei Daniele Mazzoni responsabile del Nihon Tai Jitsu Italia e Yoshitsune waza Depasquale System Europa-Italia.
A mio avviso è un ottimo modo per inaugurare il nuovo Dojo e per iniziare l'anno accademico! 
Luca

martedì 27 settembre 2016

Stage ADO UISP / FIJLKAM - Multidisciplinare San Matteo della Decima 2016

Sabato 25 Settembre 2016 a San Matteo della Decima (BO) presso la palestra Dorando Pietri, si è tenuto lo stage promosso dalla ADO UISP e dalla FIJLKAM, stage multidisciplinare in cui era presente anche il Nihon Tai Jitsu.
Gli insegnanti presenti all'evento
Era presente per il nostro stile Sensei Daniele Mazzoni 6° Dan responsabile italiano del Nihon Tai Jitsu Italia.
Sensei Daniele Mazzoni mentre esegue una tecnica
E' stato uno stage in cui si sono appresi nuove tecniche di studio e approfondi concetti quali lo squilibrio, la gestione del corpo e altri sempre inerenti al concetto del "Ju" ovvero della cedevolezza.
E' stato interessante vedere come ogni insegnante ha evidenziato gli aspetti tipici della propria disciplina.
Alcuni momenti dello stage
Nel complesso è stato un ottimo stage, grazie all’alto livello tecnico dei docenti ed anche alla numerosa partecipazione dei praticanti provenienti da tutto il nord Italia.
I docenti con diversi membri del Nihon Tai Jitsu Italia presenti allo stage
Ringrazio Sensei Andrea Bonfatti per l’organizzazione dell’evento e Sensei Daniele Mazzoni per darci sempre l’opportunità di avere occasioni come questa.

Un grazie a tutti i Sensei che hanno insegnato e a tutti coloro che hanno partecipato all’evento.
Foto di gruppo con i partecipanti allo stage


venerdì 1 luglio 2016

Per la Rubrica: Strumenti e generi musicali giapponesi


Koto
Koto
Il Koto , kotoè uno strumento musicale cordofono appartenente alla famiglia della cetra, derivato dal Guzheng cinese. Fu introdotto in Giappone durante il periodo Nara (d.C. 710-784).

Il corpo dello strumento è costituito da una cassa armonica, lunga circa due metri e larga tra i 24 ed i 25 cm, costruita, in genere, con legname di Kiri (Paulownia Tomentosa).
Su di essa corrono tredici corde di uguale diametro ed aventi stessa tensione, ognuna delle quali poggia su di un ponticello mobile (ji).
Il koto viene paragonato al corpo di un drago cinese disteso.
Per tale motivo, le diverse parti di cui esso è formato assumono dei nomi che ricordano quelle del mitico animale, come ad esempio:
Ryuko (schiena del drago): è la parte superiore della cassa armonica,
Ryuto e ryubi (testa e coda del drago): sono le estremità dello strumento.

All'inizio il koto venne usato per lungo tempo solamente presso la corte imperiale. Questo stato di cose cambiò nel XVII secolo soprattutto ad opera di Yatsuhashi Kengyō (1614-1684) che sì applicò a rendere il koto maggiormente accessibile presso la popolazione.
Inoltre ideò l'accordatura hirajoshi e creò composizioni divenute dei classici della letteratura per questo strumento come Rokudan e Midare.
Il koto viene suonato poggiandolo sul terreno tramite quattro piccoli piedi di legno.
Il suonatore si pone in ginocchio o seduto di fronte ad esso e pizzica le corde tramite l'ausilio di tre plettri (tsume) fissati al pollice, all'indice ed al medio della mano destra.
Esistono due tipi di plettri a seconda delle due scuole tradizionali d'insegnamento di questo strumento:
di forma ovale, usato nella scuola Yamada.
di forma quadrata, usato nella scuola Ikuta.

La mano sinistra non viene utilizzata per suonare ma per produrre una serie di abbellimenti agendo sulle corde, tendendole. A partire dal XX secolo, però, a causa degli influssi della musica occidentale che determinarono lo sviluppo della Nuova Musica Giapponese, si è iniziato a pizzicare le corde anche con la mano sinistra al fine di ottenere effetti polifonici.
Il koto si accorda muovendo opportunamente i suoi ponticelli. Esistono diversi tipi di accordature a seconda del genere musicale, del brano da eseguire o della scuola tradizionale.
Alcune delle accordature usate nel koto sono:
l'accordatura hirajoshi (una delle più utilizzate),
l'accordatura kokinjoshi,
l'accordatura gakujoshi,
l'accordatura honkumoijoshi.

Alle corde del koto viene assegnato un nome numerico a partire da quella più lontana dall'esecutore. Tali nomi sono:
ichi (, ichi"uno")
ni ("due")
san ("tre")
yon ("quattro")
go ("cinque")
roku ("sei")
shichi ("sette")
hachi ("otto")
kyū ("nove")
("dieci")
to , to
i
kin

La nota associata ad ogni corda varia dipendentemente dalla accordatura scelta.

Lo spartito per koto si presenta generalmente sotto forma di intavolatura che si legge dall'alto in basso e da destra verso sinistra. Poiché nell'intavolatura sono riportati i nomi delle corde da pizzicare e non le note, ne consegue che se di quello spartito non è noto il tipo di accordatura, non sarà possibile suonare quel brano. Nell'intavolatura sono riportati anche segni che indicano quale dito usare e le tipologie degli abbellimenti.

Tra i più importanti compositori per koto figurano:
Yatsuhashi Kengyō
Mitsuzaki Kengyō
Yoshizawa Kengyō
Miyagi Michio

Vi lascio con un video su questo strumento giapponese. Lo potete trovare insieme ad altri nel canale Youtube del Jin Roh no Dojo., Yatsuhashi Kengyô