La prima settimana di corso è già passata, e mi sembra doveroso fare una pubblicazione a riguardo.
Quest'anno ci sono delle novità:
Siamo in una nuova struttura, facile da raggiungere, comoda ed accogliente, in una sala dedicata esclusivamente alle arti marziali. Gli spogliatoi sono attrezzati bene sia per i ragazzi che per le ragazze, infine c'è un ampio parcheggio.
Vorrei concludere ringraziando il CSI Imola per la fiducia concessa e per la disponibilità degli spazi concessi ma, un grazie ancor più grande a Sensei Daniele Mazzoni che senza di lui il Nihon Tai Jitsu in Italia non sarebbe mai arrivato.
Ricordo a tutti che:
Sabato 05 Novembre a Imola (Bo) presso il nostro Dojo (sala n°3 Montericco) ci sarà lo Stage promosso dal CSI Imola di Nihon Tai Jitsu e Yoshitsune waza Depasquale System e il docente sarà Sensei Daniele Mazzoni responsabile del Nihon Tai Jitsu Italia e Yoshitsune waza Depasquale System Europa-Italia.
A mio avviso è un ottimo modo per inaugurare il nuovo Dojo e per iniziare l'anno accademico!
Sabato 25 Settembre 2016 a San Matteo della Decima (BO) presso la palestra Dorando Pietri, si è tenuto lo stage promosso dalla ADO UISP e dalla FIJLKAM, stage multidisciplinare in cui era presente anche il Nihon Tai Jitsu.
Gli insegnanti presenti all'evento
Era presente per il nostro stile Sensei Daniele Mazzoni 6° Dan responsabile italiano del Nihon Tai Jitsu Italia.
Sensei Daniele Mazzoni mentre esegue una tecnica
E' stato uno stage in cui si sono appresi nuove tecniche di studio e approfondi concetti quali lo squilibrio, la gestione del corpo e altri sempre inerenti al concetto del "Ju" ovvero della cedevolezza.
E' stato interessante vedere come ogni insegnante ha evidenziato gli aspetti tipici della propria disciplina.
Alcuni momenti dello stage
Nel complesso è stato un ottimo stage, grazie all’alto livello tecnico dei docenti ed anche alla numerosa partecipazione dei praticanti provenienti da tutto il nord Italia.
I docenti con diversi membri del Nihon Tai Jitsu Italia presenti allo stage
Ringrazio Sensei Andrea Bonfatti per l’organizzazione dell’evento e Sensei Daniele Mazzoni per darci sempre l’opportunità di avere occasioni come questa.
Un grazie a tutti i Sensei che hanno insegnato e a tutti coloro che hanno partecipato all’evento.
IlKoto, kotoè uno strumento
musicale cordofono appartenente alla famiglia della cetra, derivato dal Guzhengcinese. Fu introdotto in Giappone durante il periodo Nara (d.C. 710-784).
Il corpo dello
strumento è costituito da una cassa armonica, lunga circa due metri e larga tra
i 24 ed i 25 cm, costruita, in genere, con legname di Kiri (Paulownia Tomentosa).
Su di essa
corrono tredici corde di uguale diametro ed aventi stessa tensione, ognuna
delle quali poggia su di un ponticello mobile (ji). Il koto
viene paragonato al corpo di un drago cinese disteso. Per tale motivo,
le diverse parti di cui esso è formato assumono dei nomi che ricordano quelle
del mitico animale, come ad esempio: Ryuko(schiena del drago): è la
parte superiore della cassa armonica, Ryuto e ryubi (testa e coda
del drago): sono le estremità dello strumento.
All'inizio il
koto venne usato per lungo tempo solamente presso la corte imperiale. Questo
stato di cose cambiò nel XVII secolo soprattutto ad opera di Yatsuhashi Kengyō
(1614-1684) che sì applicò a rendere il kotomaggiormente accessibile presso
la popolazione.
Inoltre ideò
l'accordatura hirajoshie
creò composizioni divenute dei classici della letteratura per questo strumento
come Rokudan e Midare.
Il koto
viene suonato poggiandolo sul terreno tramite quattro piccoli piedi di legno. Il suonatore si
pone in ginocchio o seduto di fronte ad esso e pizzica le corde tramite
l'ausilio di tre plettri (tsume) fissati al pollice, all'indice ed al
medio della mano destra.
Esistono due tipi
di plettri a seconda delle due scuole tradizionali d'insegnamento di questo
strumento:
di forma ovale,
usato nella scuola Yamada. di forma
quadrata, usato nella scuola Ikuta.
La mano sinistra
non viene utilizzata per suonare ma per produrre una serie di abbellimenti
agendo sulle corde, tendendole. A partire dal XX secolo, però, a causa degli
influssi della musica occidentale che determinarono lo sviluppo della Nuova
Musica Giapponese, si è iniziato a pizzicare le corde anche con la mano
sinistra al fine di ottenere effetti polifonici.
Il kotosi accorda muovendo opportunamente i suoi ponticelli. Esistono diversi tipi
di accordature a seconda del genere musicale, del brano da eseguire o della
scuola tradizionale.
Alcune delle
accordature usate nel koto sono: l'accordatura hirajoshi (una delle più
utilizzate), l'accordatura kokinjoshi, l'accordatura gakujoshi, l'accordatura honkumoijoshi.
Alle corde del
koto viene assegnato un nome numerico a partire da quella più lontana
dall'esecutore. Tali nomi sono:
ichi (, ichi"uno") ni ("due") san ("tre") yon ("quattro") go ("cinque") roku ("sei") shichi ("sette") hachi ("otto") kyū ("nove") jū ("dieci") to, to i kin
La nota
associata ad ogni corda varia dipendentemente dalla accordatura scelta.
Lo spartito per koto si
presenta generalmente sotto forma di intavolatura che si legge dall'alto in
basso e da destra verso sinistra. Poiché nell'intavolatura sono riportati i
nomi delle corde da pizzicare e non le note, ne consegue che se di quello
spartito non è noto il tipo di accordatura, non sarà possibile suonare quel
brano. Nell'intavolatura sono riportati anche segni che indicano quale dito
usare e le tipologie degli abbellimenti.
Tra i più
importanti compositori per koto figurano:
Yatsuhashi Kengyō Mitsuzaki Kengyō Yoshizawa Kengyō Miyagi Michio Vi lascio con un video su questo strumento giapponese. Lo potete trovare insieme ad altri nel canale Youtube del Jin Roh no Dojo., Yatsuhashi
Kengyô